venerdì 16 gennaio 2009

Ricordando Faber...

...l'invidia di ieri non è già finita: stasera vi invidio la vita...

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mercoledì 7 gennaio 2009

Sono nato all'estero, rubo e lavoro in nero. La legge favorisce il comportamento negativo di un immigrato?

Quando un individuo necessita di una risorsa fa di tutto per accaparrarsene il più possibile. L’Italia ha bisogno dell’apporto nella forza lavoro degli extracomunitari, però, l’immigrazione resta un tema delicato e problematico ancora oggi. Nel nostro Paese ci sono circa quattro milioni di immigrati regolari, una rappresentanza che supera il 6% della popolazione totale. La media è leggermente superiore al resto dell’Unione Europea, probabilmente grazie anche all’aumento degli ultimi anni causato dall’apertura delle frontiere. Con l’ingresso della Romania nell’UE, datato 1 gennaio 2007, la comunità rom è raddoppiata e così è iniziato il martellamento mediatico nei confronti di una consistente fetta della comunità romena. A questo punto è giusto seguire una linea logica: come può arrivare un immigrato in Italia? Generalmente le comunità straniere che si trovano all’interno del nostro territorio sono in contatto costante con quelle all’esterno e che risiedono nel paese d’origine. Un parente chiama l’altro, sfruttando delle “buone” occasioni per arrivare in Italia. L’inizio è regolamentato dalla presenza di un visto turistico che generalmente dura tre mesi. Poi è il limbo. Si vive in una situazione di precarietà, ed è proprio in questo passaggio che si sviluppano xenofobia e razzismo. In questa fase la maggior parte degli immigrati vive principalmente di: lavoro nero, accattonaggio e piccoli furti. Il lavoro nero è una piaga sociale, perché favorisce l’evasione fiscale, ma è anche una piaga per l’immigrato che è spesso l’unico individuo che si adegua a svolgere determinati compiti per una paga insulsa, e per la quale un italiano si rifiuterebbe, in condizioni lavorative da schiavitù. L’accattonaggio è un problema evidentemente collegato ai rom, generalmente minorenni, che spesso si ritrovano in luoghi pubblici molto frequentati a chiedere l’elemosina. I piccoli furti, invece, sono strettamente legati all’accattonaggio, e qui certo l’etica della popolazione rom viene un po’ meno dato che vengono utilizzati i bambini. La spiegazione più elementare al riguardo è stata data dal Capo della Polizia Manganelli in un discorso al Senato in cui veniva spiegato che questa situazione è favorita dall’incertezza della pena. Il succo dell’intervento sta nell’affermazione “meglio una pena blanda oggi che non la promessa di un castigo futuro che non arriva mai”. E così accade nella realtà, se pensiamo ad un recente caso in cui una comunità rom è stata accusata per abuso di minori. La mente di questa organizzazione era una donna con oltre 130 foto segnaletiche alle spalle, senza che mai ne venissero accertati i precedenti reati. Quindi spesso l’extracomunitario si rende protagonista di azioni riprovevoli, così come il cittadino italiano, ma non bisogna dimenticare di come la legge favorisca tutto ciò con la propria negligenza. Stando ai fatti poi c’è da dire che in Italia lavorano un milione e mezzo circa di immigrati, situati generalmente al Nord, dove il lavoro si trova con “maggiore facilità”: a Brescia, ad esempio, dove un lavoratore su cinque è nato all’estero, o nella stessa Milano, dove il rapporto è di uno a sette. Se non contiamo i lavoratori in nero dobbiamo, di conseguenza, sottolineare che questi lavoratori contribuiscono alla crescita del Pil per il 9%. La cifra è importante a dimostrazione del fatto che l’Italia senza l’apporto di queste persone non ce la potrebbe fare, però non si riesce a fare abbastanza a livello legislativo per favorirne la regolarizzazione e la giusta integrazione sociale. A dimostrazione di ciò parlano i dati: in Italia nel 2007 hanno ottenuto la cittadinanza poco meno di 40 mila stranieri. Se pensiamo che le media europea è di 700 mila l’anno, più o meno 2 mila persone al giorno, il dato risulta bassissimo. In Italia, però, restiamo sempre al primo posto nella classifica delle più svariate problematiche sociali. Peccato poi che non sempre siamo a conoscenza della causa.
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domenica 28 dicembre 2008

G8, tutto quello che non sappiamo...

"Non si passa. E non c'è nessun responsabile con cui parlare. Qui lavorano tante ditte diverse, ognuna ha i suoi responsabili e non saprei neanche chi chiamare". La guardia giurata che difende l'enorme cantiere dell'ex arsenale de La Maddalena è una statua di cera. Non sa nulla e non vuole sapere nulla.
"E' il mio lavoro", spiega mentre impedisce di scattare foto al cancello chiuso. Pochi metri più in là, i locali diroccati dell'ex area militare sono diventati alloggi per le centinaia di operai che lavorano alla costruzione delle immense opere per il prossimo G8 di luglio. Sono costretti a vivere in 4 in stanzette di due metri per cinque. Altolà. Altra guardia del corpo. Con un accento vagamente latinoamericano l'uomo in divisa si giustifica. "Non posso dirvi nulla sennò mi licenziano". Qualche centinaio di metri più in là si lavora all'ex ospedale militare.


Entro il prossimo luglio dovrebbe diventare un albergo di lusso che accoglierà i capi di stato dei paesi più potenti del mondo. Adriano è rumeno e fa il muratore. Ma anche lui ha l'ordine del silenzio. "Sono tutti in riunione, nessuno può parlare". Da una radiolina all'altra si chiedono informazioni sugli intrusi che vogliono "spiare" i lavori.

I cantieri non sono chiusi solo ai giornalisti. Anche i sindacati non possono entrarci. Venerdì scorso i carabinieri hanno perquisito l'alloggio di un dipendente della Fillea Cgil che è stato indagato per infrazione del segreto di Stato. Il sindacalista non aveva accesso ai cantieri, si limitava ad aspettare i lavoratori fuori dai cancelli all'uscita del turno e a scattare qualche foto dall'esterno. Quanto basta per far scattare l'indagine della procura della Repubblica e il sequestro di documenti. "Cgil-Cisl-Uil con una nota ufficiale hanno chiesto al commissario speciale Bertolaso di poter accedere - spiega Lorenzo Manca, segretario della Fillea Cgil diOlbia - tutto quello che sappiamo ce lo raccontano i lavoratori, oppure lo filmano con i telefonini. Ci dicono anche che gli è stato consigliato di tenersi alla larga dai sindacalisti". E' stato proprio un filmato "rubato" a mostrare su "YouTube" che, durante i lavori di bonifica del vecchio Arsenale, i lavoratori hanno dovuto maneggiare amianto, non protetti.

Il 29 agosto scorso, Palazzo Chigi ha firmato il decreto che designa definitivamente La Maddalena come sede finale della prossima riunione degli 8 grandi. Berlusconi ha dovuto rinunciare all'idea di portare il vertice a Napoli per celebrare la sua "vittoria" sui rifiuti. Napoli è indisponibile per "problemi di sicurezza". Anche se il cavaliere non vuole abbandonare il sogno di spostare tutti a Napoli, almeno l'ultimo giorno, Quando il governo Prodi decise di svolgere il prossimo G8 a La Maddalena, il governatore Soru esultò: "E' una dimostrazione di attenzione e sensibilità verso la Maddalena e la Sardegna". Lo "scoglio" infatti è appena rimasto orfano della base di sommergibili nucleari Usa di Santo Stefano. Gli americani dopo aver fatto i comodi loro finalmente se ne sono andati. Gli assetti militari mondiali sono cambiati e non avevano più interesse a rimanere nell'arcipelago sardo. Preferiscono pretendere dall'Italia l'allargamento della base Dal Molin di Vicenza. Hanno abbandonato tutto, alloggi, case, uffici militari. Attività che per i maddalenini volevano dire soldi e lavoro. A La Maddalena su una popolazione di 12 mila abitanti, ci sono ben 1800 disoccupati.

E allora, ben venga il G8. Perché porta finanziamenti straordinari insperati e nuovo lavoro. Il governo Berlusconi ha stanziato 740 milioni di euro per tutti i lavori a Maddalena e in Sardegna, che si aggiungono ai 150 milioni già stanziati dal precedente governo. Di questi, 500 milioni dovrebbero venire spesi per i lavori nell'arcipelago.

E' prevista la costruzione dell'autostrada Sassari-Olbia e l'allargamento dell'aeroporto di Olbia. Mentre a La Maddalena le aree dismesse della Marina militare diventeranno alberghi di lusso, l'ex arsenale sarà trasformato in un polo nautico con zona di rimessaggio leggera per navi da turismo e ospiterà aree per attività fieristiche e alberghiere, oltre alla grande sala riunioni per i capi di stato: un grande parallelepipedo di cristallo e acciaio affacciato sul mare firmato dagli architetti Stefano Boeri eMario Cucinella.

I lavori sono avanti e molti carpentieri sono già stati mandati a casa. Pare addirittura che Berlusconi, dopo aver visitato i lavori, abbia chiamato Armani per arredare una delle suite. Il commissario Bertolaso ha assicurato che "non un euro di quello che stiamo spendendo è destinato al solo G8 bensì al rilancio di una delle zone più belle del Mediterraneo, dal punto di vista turistico e nel pieno rispetto dell'ambiente". A La Maddalena, lo scorso agosto, è arrivato anche il presidente Napolitano, che, tra un bagno e un giretto sulle navi militari, ha visitato i cantieri e ha benedetto il vertice assicurando che i lavori saranno terminati in tempo.

Il 22 marzo 2008 il governo Prodi ha conferito ai lavori la "qualificazione di riservatezza e segretezza", in pratica ha imposto il segreto di stato. Significa che la sicurezza e le ragioni di stato prevalgono sugli interessi dei cittadini e dell'ambiente. Infatti il provvedimento permette deroghe a leggi statali e regionali su vincoli ambientali (l'arcipelago è un parco naturale), e procedure accelerate per le norme sulle gare d'appalto. Tanto che sono stati presentati ricorsi alla Ue che non consentirebbero di dribblare i vincoli ambientali e le norme sulla concorrenza sugli appalti, e infatti il 10 dicembre Bruxelles ha accolto il ricorso presentato degli ambientalisti. Bisogna fare in fretta, rispondono a Roma, dunque le leggi ordinarie sono sospese.

Tutti i poteri sono nelle mani del commissario speciale Bertolaso, in contatto con il presidente della regione Soru, che però si è dimesso. I maddalenini possono solo stare a guardare. Ancora una volta il loro territorio è appaltato alla ragion di stato e agli interessi geopolitici dei grandi della terra. Una scelta molto gradita agli americani che quest'isola la conoscono bene. In molti sono disposti a correre il rischio pur di cogliere al balzo l'occasione di fondi straordinari e di lavoro. Le imprese sarde, però, lamentano di non essere sufficientemente coinvolte. Soru aveva promesso 75 milioni per le aziende sarde ma la Confindustria di Sassari è arrivata addirittura a minacciare lo sciopero della fame di alcuni imprenditori per il mancato "rispetto degli accordi economici per l'attribuzione degli appalti". Per i singoli lavoratori, poi, le cose vanno ancora peggio. Il grosso degli appalti è stato assegnato a gruppi edili romani, su tutti CoGeCo, Anemone e laGiaFi del cavalier Carducci, già coinvolto nelle indagini di Luigi De Magistris. La bonifica del vecchio arsenale (130 mila metri quadri di cui 18 mila coperti) completamente terminata. Si lavora 24 ore su 24 su tre turni per un totale di 500 operai che dovrebbero salire fino a 700. L'area è illuminata a giorno da enormi fari. Sulla banchine continua ad attraccare una nave della Ustica lines da cui scendono merci e uomini. Molti lavoratori sono stranieri. I sardi, a quanto pare sono pochi, i maddalenini ancora meno. In cantiere Bertolaso ha promesso di istituire un presidio medico permanente e i sindacati hanno chiesto l'istituzione di una "cabina di regia" per potersi confrontare sui temi della sicurezza dei lavoratori.

Nei bar di Maddalena per molto tempo si sono visti gli operai in cerca di cibo, perché, raccontano, quello della mensa era indecente. La Cgil, ovviamente, non può che essere contenta dell'opportunità di lavoro offerta dal G8 nella speranza che le opere realizzate portino anche lavoro per il futuro, ma denuncia l'estremo ricorso al sub-appalto con relativa perdita di controllo sulle regole per la sicurezza e sul lavoro. Si parla anche di straordinari pagati in nero. La speranza è che una volta finito il vertice le strutture garantiscano lavoro nel turismo e nella cantieristica. Ma le ragioni della sicurezza dei grandi otto (che Berlusconi vuole allargare a venti paesi) sembrano venire prima di tutto. Durante il vertice due grandi navi ospiteranno le forze dell'ordine: 16 mila uomini. Il capo della polizia Manganelli ha avvisato: "Le strutture a terra marciano nel rispetto dei tempi previsti, così come l'allestimento delle misure di sicurezza. La polizia italiana è impegnata perché il vertice si possa svolgere nella massima serenità e perché il G8 di Genova possa diventare un ricordo sempre più lontano". Con i grandi della terra blindati su un scoglio in mezzo al mare.
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sabato 13 dicembre 2008

Tevere, quanto inutile allarmismo...

L’ondata di piena del Tevere è passata questa notte intorno all’una e mezza. Il fiume ha toccato 12,5 metri ben al di sotto del livello di guardia. Con l’onda dunque è passata anche la paura e il Tevere non è esondato in nessuna zona di Roma. Un turista irlandese, però, questa notte è scivolato in acqua ed è annegato.




Questo il bilancio delle 24 ore di piena del Tevere che, per la verità, pochi minuti fa appariva ancora gonfio di acqua. Sintetizzando si può dire, dunque, che la buona notizia è che la temuta esondazione, nonostante il sindaco Gianni Alemanno ed il capo della Protezione civile Guido Bertolaso avessero già ieri tranquillizzato un po’ tutti, non c’è stata. La cattiva notizia riguarda invece la morte di un giovane turista irlandese di 27 anni, scivolato in acqua ed affogato all’altezza dell’Isola Tiberina probabilmente a causa della troppa vicinanza al fiume durante il passaggio della piena.

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mercoledì 10 dicembre 2008

Ciao Repesa...

C'è chi lo diceva da due anni e chi lo chiedeva da altrettanto tempo, ma alle fine Jasmin Repesa ha accontentato tutti presentando le sue dimissioni alla Virtus. Il fattore determinante sono ovviamente le cinque sconfitte di fila in campionato, non compensate dal primo posto nel girone di Eurolega, ma a pesare c'è stato sicuramente il rapporto non idilliaco con il Gm Dejan Bodiroga per la campagna acquisti estiva e la conseguente guerra con Allan Ray.

Andando con ordine, questa estate l''ex campione serbo prepara un mercato forte e ricco di nomi, ma alcuni di questi non sono graditi a Repesa, che non vorrebbe confermato Ray e dubita della scelta di Jennings, ma si arriva all''inizio del campionato in tregua, poi proseguita grazie alle vittorie iniziali. Repesa però è svogliato e si vede, non "sente" la squadra e, non appena Becirovic cala il rendimento, arrivano le invevitabili sconfitte, frutta di una difesa rivedibile e di un attacco troppo confusionario. Le rotazioni non funzionano ed i giocatori non hanno ruoli definiti, soprattutto sotto il profilo della leadership ed è per questo che ieri sera è' arrivata la decisione finale, concordata con la socieà.

Ora è difficile dire cosa accadrà. I molteplici nomi venuti fuori per il ruolo di successore sembrano tante cavolate da mettere in prima pagina per fare cassa: vedi Carlo Recalcati, CT azzurro mentre non sarebbe del tutto improbabile la candidatura di Hernandez, allenatore della Spagna campione del mondo nel 2006. Io punto su Sasha Djordjevic, amico di Bodiroga, scottato dalla precedente avventura a Milano e magari desideroso di ributtarsi nella mischia. Attendiamo notizie...
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domenica 7 dicembre 2008

Come si vince un Pallone d'Oro...

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venerdì 28 novembre 2008

Perchè l'India??


Come mai l'India...perchè Mumbai...l'estremismo islamico ha colpito per l'ennesima volta un Paese che APPARENTEMENTE non rappresenta una minaccia come l'Occidente. Negli ultimi due anni l’India è stata teatro di azioni terroristiche che brillano, APPARENTEMENTE, per insensatezza: è stata colpita la capitale economica Bombay nel giugno del 2006, e poi, per due volte la città sacra Varanasi: nel marzo del 2006 e nel novembre 2007. Al tempo stesso, però, i terroristi hanno colpito due volte, nel maggio e nell’agosto 2007, Hyderabad: moschea e mercati, in una città a maggioranza musulmana. Nel settembre 2006 era stata fatta esplodere un’altra moschea a Malegaon, in Maharashtra. Nel febbraio 2007 due bombe piazzate su un treno India-Pakistan avevano ucciso in maggioranza musulmani e c’è stato l’attacco alla Dargah di Ajmer. Nel marzo 2008 Jaipur, meta del turismo mondiale e capitale del Rajasthan, diventa il teatro dell'orrore con otto ordigni esplosi nei luoghi di maggiore affolamento della città. E infine Mumbai pochi giorni fa. Cosa c'è dietro il velo dell'APPARENZA?

Dietro quasi tutti gli episodi in questione, secondo le indagini effettuate, ci sarebbe la stessa mano: l’organizzazione islamica integralista dell’Harkat-ul-Jihadi-al-Islami (HuIJ). La HuIJ è un’organizzazione nata nel 1992 a Dhaka, in Bangladesh, con il supporto morale e materiale dell’International Islamic Front di Osama bin Laden. Scopo dell’organizzazione, prendere il potere in Bangladesh e convertire lo stato in una nazione integralista seguendo le orme dell’Afghanistan dei Talebani.

Gli uomini della HuJI erano stati, e continuano a essere, reclutati nelle madrasa (scuole) locali e addestrati in Afghanistan o in Pakistan. Anche dopo la caduta del regime di Kabul, secondo fonti delle varie intelligence locali la HuIJ continua a mantenere contatti con ciò che resta dei Talebani e con Al Qaeda. Con una piccola differenza però. I ragazzi dell’organizzazione vengono addestrati in Pakistan sotto la protettiva ala dell’Inter-Service Intelligence (Isi), i servizi segreti pakistani che gestiscono con un certo successo una serie di campi di addestramento in Bangladesh. Finanziati dal Pakistan, ovviamente, ma anche dall’Arabia Saudita e dall’Afghanistan per mezzo di organizzazioni non governative a scopo cosiddetto "umanitario". La cattura di uno dei capi dell’organizzazione, Aftab Ansari, aveva portato negli anni scorsi a evidenziare una serie di interessanti relazioni tra la HuIJ, la Lashkar-i-Toiba e la Jaish-i-Mohammed, organizzazione, quest'ultima peraltro, sospettata della cattura e dell'uccision del cronista americano Daniel Pearl. Le indagini della polizia indiana a Varanasi, ad Hyderabad e ad Ajmer, per citare solo qualche caso, avevano evidenziato il coinvolgimento di cittadini bangladeshi in ciascun episodio. Di recente, però, sembra che qualcosa sia cambiato. Sembra infatti che sia sempre più frequente il coinvolgimenti di cittadini indiani, invece che di agenti infiltrati, nelle operazioni terroristiche. Ciò significa, se facciamo due più due, che sono state create in India cellule ‘dormienti’ composte da cittadini indiani reclutati tra la goventù musulmana integralista.

La Lashkar-i-Toiba e la Jaish-i-Mohammed sono organizzazioni pakistane che operano di prevalenza nel Kashmir indiano. Da anni l’India ha un contenzioso aperto con il Pakistan, accusato di infiltrare e finanziare terroristi oltre confine mentre, ufficialmente, tende una mano a New Delhi per risolvere la questione del Kashmir. Di recente, il presidente Musharraf ha dichiarato che la Lashkar-i-Toiba non opera più in territorio pakistano, solo perchè il gruppo politico guidato da Hafeez Mohammed Sayeed ha cambiato nome, pur restando attivo nel territorio. Sayeed è tra le liste dei terroristi ricercati per gli ultimi attentati nel Regno Unito.

Sia Musharraf che Sayeed negano ogni relazione tra la Lashkar-i-Toiba e la Jamaat-ud-Dawa, ma non ci crede nessuno. Nemmeno gli americani, che hanno inserito la Jamaat-ud-Dawa nella lista delle organizzazioni terroriste, ma si sono viste opporre da Musharraf un secco rifiuto alla richiesta di congelamento dei fondi. Col cambio di strategia attuato il controllo su queste organizzazioni diventa molto più complicato: i cittadini indiani vengono agganciati direttamente sul territorio. Cittadini che si spostano facilmente da una città all’altra, minimizzando il rischio di essere scoperti. La stessa politica è stata di recente applicata dalla HuIJ, che si avvale, come gli altri due gruppi, del sostegno di un movimento interno all’India, il fuorilegge Student’s Islamic Movement of India finanziato e sostenuto anch’esso dall’intelligence pakistana. L'obiettivo, dunque, pare essere spostare il fulcro dell'attenzione dal Pakistan, considerato un nido di integralisti, e dare un'immagine della Jihad globale. Insomma il terrorismo è ovunque, finchè c'è chi lo finanzia...
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