giovedì 6 novembre 2008

L'elezione di Obama

Per nulla spaventato dal complotto neo-nazi sventato a poche ore dall'Election night, Barack Obama ha preparato un’offensiva mediatica come mai prima d’ora nella storia della corsa alla Casa Bianca.
Mercoledì 29 ottobre, alle venti in punto, è andato in onda sulle principali reti televisive americane CBS, NBC, MSNBC, Fox, BET, TV One e Univision, uno spot lungo ben 30 minuti, che sembrava tanto il discorso a reti unificate del Presidente degli Stati Uniti appena insediato. Anche lo sfondo è stato curati nei dettagli dal nutrito staff di Obama, per assomigliare il più possibile allo studio della casa bianca. Immancabile, la bandiera a stelle e strisce alle spalle, come d’obligo negli Stati Uniti.

Obama quindi ha comprato, a suon di milioni, mezz'ora di spazio su sette canali nazionali per trasmettere un superspot elettorale a cinque giorni dal voto. Il filmato è frutto di settimane di lavoro del celebre regista Davis Guggenheim, figlio del documentarista ufficiale della campagna di Robert Kennedy e autore con Al Gore del documentario premio Oscar sul riscaldamento globale.



Si tratta di uno speciale (gli americani lo hanno battezzato “infomercial”), dal titolo “Barack Obama: American Stories”, che ha raccontato la vita del candidato (con tanto di immagini di genitori e nonni) e ha illustrato la storia di quattro tipiche famiglie americane, scelte con grande cura, messe in ginocchio dalla crisi. La voce narrante di Obama le ha raccontate, a partire dalla mamma bianca che denuncia i costi impossibili della sanità, al pensionato nero che non riesce a pagare le medicine alla moglie malata di artrite, alla ragazza madre ispanica che deve fare due lavori per poter crescere la figlia, fino all'operaio che ha perso il lavoro alla Ford, icona del grande sogno americano.

Nessun candidato prima d’ora, in tutta la storia della repubblica presidenziale americana, aveva mai pensato di ricorrere agli strumenti multimediali lancioando un’offensiva di queste dimensioni. In passato ci era andato vicino il miliardario texano Ross Perot - che partecipò alla corsa alla Casa Bianca nel '92 contro Clinton e Bush padre, con scarso successo. All’epoca Ross Perot comprò una serie di maxispot ma molto più brevi e non su tante televisioni contemporaneamente.

Per poter lanciare la sua offensiva mediatica, Barack Obama ha speso una fortuna: 5 milioni di dollari per mezz’ora di trasmissioni. Certo, se lo poteva permettere dal momento che la sua raccolta fondi ha superato la cifra astronomica di 600 milioni di dollari. E non si è certo risparmiato nei giorni scorsi, trasmettendo ben 140.00 spot su tutte le emittenti televisive americane che, per vederli uno dopo l’altro, occorrerebbero 53 giorni di visione ininterrotta.

Gli esperti di immagine di Obama hanno studiato a lungo non solo il discorso, e tutti gli aspetti del filmato, ma anche quale fosse stato il momento più propizio per trasmetterlo, per avere il massimo impatto emotivo per convincere gli indecisi, sulla scia del comizio tenuto con Bill Clinton.

Ma sulla capacità di usare le nuove tecnologie e soprattutto gli strumenti multimediali in campagna elettorale, Barack Obama ha già dato ampia prova durante le primarie, facendo sembrare la sua ex-rivale Hillary Clinton alquanto retrò. Il risultato è stato certamente positivo: