domenica 28 dicembre 2008

G8, tutto quello che non sappiamo...

"Non si passa. E non c'è nessun responsabile con cui parlare. Qui lavorano tante ditte diverse, ognuna ha i suoi responsabili e non saprei neanche chi chiamare". La guardia giurata che difende l'enorme cantiere dell'ex arsenale de La Maddalena è una statua di cera. Non sa nulla e non vuole sapere nulla.
"E' il mio lavoro", spiega mentre impedisce di scattare foto al cancello chiuso. Pochi metri più in là, i locali diroccati dell'ex area militare sono diventati alloggi per le centinaia di operai che lavorano alla costruzione delle immense opere per il prossimo G8 di luglio. Sono costretti a vivere in 4 in stanzette di due metri per cinque. Altolà. Altra guardia del corpo. Con un accento vagamente latinoamericano l'uomo in divisa si giustifica. "Non posso dirvi nulla sennò mi licenziano". Qualche centinaio di metri più in là si lavora all'ex ospedale militare.


Entro il prossimo luglio dovrebbe diventare un albergo di lusso che accoglierà i capi di stato dei paesi più potenti del mondo. Adriano è rumeno e fa il muratore. Ma anche lui ha l'ordine del silenzio. "Sono tutti in riunione, nessuno può parlare". Da una radiolina all'altra si chiedono informazioni sugli intrusi che vogliono "spiare" i lavori.

I cantieri non sono chiusi solo ai giornalisti. Anche i sindacati non possono entrarci. Venerdì scorso i carabinieri hanno perquisito l'alloggio di un dipendente della Fillea Cgil che è stato indagato per infrazione del segreto di Stato. Il sindacalista non aveva accesso ai cantieri, si limitava ad aspettare i lavoratori fuori dai cancelli all'uscita del turno e a scattare qualche foto dall'esterno. Quanto basta per far scattare l'indagine della procura della Repubblica e il sequestro di documenti. "Cgil-Cisl-Uil con una nota ufficiale hanno chiesto al commissario speciale Bertolaso di poter accedere - spiega Lorenzo Manca, segretario della Fillea Cgil diOlbia - tutto quello che sappiamo ce lo raccontano i lavoratori, oppure lo filmano con i telefonini. Ci dicono anche che gli è stato consigliato di tenersi alla larga dai sindacalisti". E' stato proprio un filmato "rubato" a mostrare su "YouTube" che, durante i lavori di bonifica del vecchio Arsenale, i lavoratori hanno dovuto maneggiare amianto, non protetti.

Il 29 agosto scorso, Palazzo Chigi ha firmato il decreto che designa definitivamente La Maddalena come sede finale della prossima riunione degli 8 grandi. Berlusconi ha dovuto rinunciare all'idea di portare il vertice a Napoli per celebrare la sua "vittoria" sui rifiuti. Napoli è indisponibile per "problemi di sicurezza". Anche se il cavaliere non vuole abbandonare il sogno di spostare tutti a Napoli, almeno l'ultimo giorno, Quando il governo Prodi decise di svolgere il prossimo G8 a La Maddalena, il governatore Soru esultò: "E' una dimostrazione di attenzione e sensibilità verso la Maddalena e la Sardegna". Lo "scoglio" infatti è appena rimasto orfano della base di sommergibili nucleari Usa di Santo Stefano. Gli americani dopo aver fatto i comodi loro finalmente se ne sono andati. Gli assetti militari mondiali sono cambiati e non avevano più interesse a rimanere nell'arcipelago sardo. Preferiscono pretendere dall'Italia l'allargamento della base Dal Molin di Vicenza. Hanno abbandonato tutto, alloggi, case, uffici militari. Attività che per i maddalenini volevano dire soldi e lavoro. A La Maddalena su una popolazione di 12 mila abitanti, ci sono ben 1800 disoccupati.

E allora, ben venga il G8. Perché porta finanziamenti straordinari insperati e nuovo lavoro. Il governo Berlusconi ha stanziato 740 milioni di euro per tutti i lavori a Maddalena e in Sardegna, che si aggiungono ai 150 milioni già stanziati dal precedente governo. Di questi, 500 milioni dovrebbero venire spesi per i lavori nell'arcipelago.

E' prevista la costruzione dell'autostrada Sassari-Olbia e l'allargamento dell'aeroporto di Olbia. Mentre a La Maddalena le aree dismesse della Marina militare diventeranno alberghi di lusso, l'ex arsenale sarà trasformato in un polo nautico con zona di rimessaggio leggera per navi da turismo e ospiterà aree per attività fieristiche e alberghiere, oltre alla grande sala riunioni per i capi di stato: un grande parallelepipedo di cristallo e acciaio affacciato sul mare firmato dagli architetti Stefano Boeri eMario Cucinella.

I lavori sono avanti e molti carpentieri sono già stati mandati a casa. Pare addirittura che Berlusconi, dopo aver visitato i lavori, abbia chiamato Armani per arredare una delle suite. Il commissario Bertolaso ha assicurato che "non un euro di quello che stiamo spendendo è destinato al solo G8 bensì al rilancio di una delle zone più belle del Mediterraneo, dal punto di vista turistico e nel pieno rispetto dell'ambiente". A La Maddalena, lo scorso agosto, è arrivato anche il presidente Napolitano, che, tra un bagno e un giretto sulle navi militari, ha visitato i cantieri e ha benedetto il vertice assicurando che i lavori saranno terminati in tempo.

Il 22 marzo 2008 il governo Prodi ha conferito ai lavori la "qualificazione di riservatezza e segretezza", in pratica ha imposto il segreto di stato. Significa che la sicurezza e le ragioni di stato prevalgono sugli interessi dei cittadini e dell'ambiente. Infatti il provvedimento permette deroghe a leggi statali e regionali su vincoli ambientali (l'arcipelago è un parco naturale), e procedure accelerate per le norme sulle gare d'appalto. Tanto che sono stati presentati ricorsi alla Ue che non consentirebbero di dribblare i vincoli ambientali e le norme sulla concorrenza sugli appalti, e infatti il 10 dicembre Bruxelles ha accolto il ricorso presentato degli ambientalisti. Bisogna fare in fretta, rispondono a Roma, dunque le leggi ordinarie sono sospese.

Tutti i poteri sono nelle mani del commissario speciale Bertolaso, in contatto con il presidente della regione Soru, che però si è dimesso. I maddalenini possono solo stare a guardare. Ancora una volta il loro territorio è appaltato alla ragion di stato e agli interessi geopolitici dei grandi della terra. Una scelta molto gradita agli americani che quest'isola la conoscono bene. In molti sono disposti a correre il rischio pur di cogliere al balzo l'occasione di fondi straordinari e di lavoro. Le imprese sarde, però, lamentano di non essere sufficientemente coinvolte. Soru aveva promesso 75 milioni per le aziende sarde ma la Confindustria di Sassari è arrivata addirittura a minacciare lo sciopero della fame di alcuni imprenditori per il mancato "rispetto degli accordi economici per l'attribuzione degli appalti". Per i singoli lavoratori, poi, le cose vanno ancora peggio. Il grosso degli appalti è stato assegnato a gruppi edili romani, su tutti CoGeCo, Anemone e laGiaFi del cavalier Carducci, già coinvolto nelle indagini di Luigi De Magistris. La bonifica del vecchio arsenale (130 mila metri quadri di cui 18 mila coperti) completamente terminata. Si lavora 24 ore su 24 su tre turni per un totale di 500 operai che dovrebbero salire fino a 700. L'area è illuminata a giorno da enormi fari. Sulla banchine continua ad attraccare una nave della Ustica lines da cui scendono merci e uomini. Molti lavoratori sono stranieri. I sardi, a quanto pare sono pochi, i maddalenini ancora meno. In cantiere Bertolaso ha promesso di istituire un presidio medico permanente e i sindacati hanno chiesto l'istituzione di una "cabina di regia" per potersi confrontare sui temi della sicurezza dei lavoratori.

Nei bar di Maddalena per molto tempo si sono visti gli operai in cerca di cibo, perché, raccontano, quello della mensa era indecente. La Cgil, ovviamente, non può che essere contenta dell'opportunità di lavoro offerta dal G8 nella speranza che le opere realizzate portino anche lavoro per il futuro, ma denuncia l'estremo ricorso al sub-appalto con relativa perdita di controllo sulle regole per la sicurezza e sul lavoro. Si parla anche di straordinari pagati in nero. La speranza è che una volta finito il vertice le strutture garantiscano lavoro nel turismo e nella cantieristica. Ma le ragioni della sicurezza dei grandi otto (che Berlusconi vuole allargare a venti paesi) sembrano venire prima di tutto. Durante il vertice due grandi navi ospiteranno le forze dell'ordine: 16 mila uomini. Il capo della polizia Manganelli ha avvisato: "Le strutture a terra marciano nel rispetto dei tempi previsti, così come l'allestimento delle misure di sicurezza. La polizia italiana è impegnata perché il vertice si possa svolgere nella massima serenità e perché il G8 di Genova possa diventare un ricordo sempre più lontano". Con i grandi della terra blindati su un scoglio in mezzo al mare.
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sabato 13 dicembre 2008

Tevere, quanto inutile allarmismo...

L’ondata di piena del Tevere è passata questa notte intorno all’una e mezza. Il fiume ha toccato 12,5 metri ben al di sotto del livello di guardia. Con l’onda dunque è passata anche la paura e il Tevere non è esondato in nessuna zona di Roma. Un turista irlandese, però, questa notte è scivolato in acqua ed è annegato.




Questo il bilancio delle 24 ore di piena del Tevere che, per la verità, pochi minuti fa appariva ancora gonfio di acqua. Sintetizzando si può dire, dunque, che la buona notizia è che la temuta esondazione, nonostante il sindaco Gianni Alemanno ed il capo della Protezione civile Guido Bertolaso avessero già ieri tranquillizzato un po’ tutti, non c’è stata. La cattiva notizia riguarda invece la morte di un giovane turista irlandese di 27 anni, scivolato in acqua ed affogato all’altezza dell’Isola Tiberina probabilmente a causa della troppa vicinanza al fiume durante il passaggio della piena.

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mercoledì 10 dicembre 2008

Ciao Repesa...

C'è chi lo diceva da due anni e chi lo chiedeva da altrettanto tempo, ma alle fine Jasmin Repesa ha accontentato tutti presentando le sue dimissioni alla Virtus. Il fattore determinante sono ovviamente le cinque sconfitte di fila in campionato, non compensate dal primo posto nel girone di Eurolega, ma a pesare c'è stato sicuramente il rapporto non idilliaco con il Gm Dejan Bodiroga per la campagna acquisti estiva e la conseguente guerra con Allan Ray.

Andando con ordine, questa estate l''ex campione serbo prepara un mercato forte e ricco di nomi, ma alcuni di questi non sono graditi a Repesa, che non vorrebbe confermato Ray e dubita della scelta di Jennings, ma si arriva all''inizio del campionato in tregua, poi proseguita grazie alle vittorie iniziali. Repesa però è svogliato e si vede, non "sente" la squadra e, non appena Becirovic cala il rendimento, arrivano le invevitabili sconfitte, frutta di una difesa rivedibile e di un attacco troppo confusionario. Le rotazioni non funzionano ed i giocatori non hanno ruoli definiti, soprattutto sotto il profilo della leadership ed è per questo che ieri sera è' arrivata la decisione finale, concordata con la socieà.

Ora è difficile dire cosa accadrà. I molteplici nomi venuti fuori per il ruolo di successore sembrano tante cavolate da mettere in prima pagina per fare cassa: vedi Carlo Recalcati, CT azzurro mentre non sarebbe del tutto improbabile la candidatura di Hernandez, allenatore della Spagna campione del mondo nel 2006. Io punto su Sasha Djordjevic, amico di Bodiroga, scottato dalla precedente avventura a Milano e magari desideroso di ributtarsi nella mischia. Attendiamo notizie...
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domenica 7 dicembre 2008

Come si vince un Pallone d'Oro...

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venerdì 28 novembre 2008

Perchè l'India??


Come mai l'India...perchè Mumbai...l'estremismo islamico ha colpito per l'ennesima volta un Paese che APPARENTEMENTE non rappresenta una minaccia come l'Occidente. Negli ultimi due anni l’India è stata teatro di azioni terroristiche che brillano, APPARENTEMENTE, per insensatezza: è stata colpita la capitale economica Bombay nel giugno del 2006, e poi, per due volte la città sacra Varanasi: nel marzo del 2006 e nel novembre 2007. Al tempo stesso, però, i terroristi hanno colpito due volte, nel maggio e nell’agosto 2007, Hyderabad: moschea e mercati, in una città a maggioranza musulmana. Nel settembre 2006 era stata fatta esplodere un’altra moschea a Malegaon, in Maharashtra. Nel febbraio 2007 due bombe piazzate su un treno India-Pakistan avevano ucciso in maggioranza musulmani e c’è stato l’attacco alla Dargah di Ajmer. Nel marzo 2008 Jaipur, meta del turismo mondiale e capitale del Rajasthan, diventa il teatro dell'orrore con otto ordigni esplosi nei luoghi di maggiore affolamento della città. E infine Mumbai pochi giorni fa. Cosa c'è dietro il velo dell'APPARENZA?

Dietro quasi tutti gli episodi in questione, secondo le indagini effettuate, ci sarebbe la stessa mano: l’organizzazione islamica integralista dell’Harkat-ul-Jihadi-al-Islami (HuIJ). La HuIJ è un’organizzazione nata nel 1992 a Dhaka, in Bangladesh, con il supporto morale e materiale dell’International Islamic Front di Osama bin Laden. Scopo dell’organizzazione, prendere il potere in Bangladesh e convertire lo stato in una nazione integralista seguendo le orme dell’Afghanistan dei Talebani.

Gli uomini della HuJI erano stati, e continuano a essere, reclutati nelle madrasa (scuole) locali e addestrati in Afghanistan o in Pakistan. Anche dopo la caduta del regime di Kabul, secondo fonti delle varie intelligence locali la HuIJ continua a mantenere contatti con ciò che resta dei Talebani e con Al Qaeda. Con una piccola differenza però. I ragazzi dell’organizzazione vengono addestrati in Pakistan sotto la protettiva ala dell’Inter-Service Intelligence (Isi), i servizi segreti pakistani che gestiscono con un certo successo una serie di campi di addestramento in Bangladesh. Finanziati dal Pakistan, ovviamente, ma anche dall’Arabia Saudita e dall’Afghanistan per mezzo di organizzazioni non governative a scopo cosiddetto "umanitario". La cattura di uno dei capi dell’organizzazione, Aftab Ansari, aveva portato negli anni scorsi a evidenziare una serie di interessanti relazioni tra la HuIJ, la Lashkar-i-Toiba e la Jaish-i-Mohammed, organizzazione, quest'ultima peraltro, sospettata della cattura e dell'uccision del cronista americano Daniel Pearl. Le indagini della polizia indiana a Varanasi, ad Hyderabad e ad Ajmer, per citare solo qualche caso, avevano evidenziato il coinvolgimento di cittadini bangladeshi in ciascun episodio. Di recente, però, sembra che qualcosa sia cambiato. Sembra infatti che sia sempre più frequente il coinvolgimenti di cittadini indiani, invece che di agenti infiltrati, nelle operazioni terroristiche. Ciò significa, se facciamo due più due, che sono state create in India cellule ‘dormienti’ composte da cittadini indiani reclutati tra la goventù musulmana integralista.

La Lashkar-i-Toiba e la Jaish-i-Mohammed sono organizzazioni pakistane che operano di prevalenza nel Kashmir indiano. Da anni l’India ha un contenzioso aperto con il Pakistan, accusato di infiltrare e finanziare terroristi oltre confine mentre, ufficialmente, tende una mano a New Delhi per risolvere la questione del Kashmir. Di recente, il presidente Musharraf ha dichiarato che la Lashkar-i-Toiba non opera più in territorio pakistano, solo perchè il gruppo politico guidato da Hafeez Mohammed Sayeed ha cambiato nome, pur restando attivo nel territorio. Sayeed è tra le liste dei terroristi ricercati per gli ultimi attentati nel Regno Unito.

Sia Musharraf che Sayeed negano ogni relazione tra la Lashkar-i-Toiba e la Jamaat-ud-Dawa, ma non ci crede nessuno. Nemmeno gli americani, che hanno inserito la Jamaat-ud-Dawa nella lista delle organizzazioni terroriste, ma si sono viste opporre da Musharraf un secco rifiuto alla richiesta di congelamento dei fondi. Col cambio di strategia attuato il controllo su queste organizzazioni diventa molto più complicato: i cittadini indiani vengono agganciati direttamente sul territorio. Cittadini che si spostano facilmente da una città all’altra, minimizzando il rischio di essere scoperti. La stessa politica è stata di recente applicata dalla HuIJ, che si avvale, come gli altri due gruppi, del sostegno di un movimento interno all’India, il fuorilegge Student’s Islamic Movement of India finanziato e sostenuto anch’esso dall’intelligence pakistana. L'obiettivo, dunque, pare essere spostare il fulcro dell'attenzione dal Pakistan, considerato un nido di integralisti, e dare un'immagine della Jihad globale. Insomma il terrorismo è ovunque, finchè c'è chi lo finanzia...
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martedì 25 novembre 2008

Il saluto a Sandro Curzi

E' morto a Roma dopo una lunga malattia Sandro Curzi. Aveva 78 anni, essendo nato a Roma il 4 marzo 1930. Militante del Partito Comunista, poi Rifondazione Comunista con Fausto Bertinotti, Curzi e' stato storico direttore del Tg3 alla fine degli anni '80, poi direttore del quotidiano di Rifondazione Comunista "Liberazione". Attualmente era consigliere d'amministrazione della Rai.
Sandro Curzi era dal 2005 consigliere di amministrazione della Rai, di cui per tre mesi - in attesa della nomina del presidente da parte della Commissione di Vigilianza - e' stato anche presidente, in quanto consigliere anziano.

Da giovane frequenta il ginnasio "Tasso" a Roma, a tredici anni entra in contatto con gruppi della Resistenza antifascista. Le manifestazioni studentesche antifasciste sono attive in tutta Roma e Curzi collabora attivamente con il gruppo partigiano romano che opera nella zona Ponte Milvio-Flaminio.Nel marzo del 1944 gli viene concessa, nonostante la minore età, la tessera del Pci.Divenuto capo-redattore del mensile della Fgci "Gioventù Nuova", diretto dal Enrico Berlinguer,Nel 1951 è inviato nel Polesine per raccontare le conseguenze di quella tragica alluvione e vi rimane per un lungo periodo come segretario della Fgci.Tornato a Roma, nel 1956 partecipa, insieme a Saverio Tutino, Carlo Ripa di Meana, Guido Vicario, Luciana Castellina ed altri, alla fondazione del settimanale Nuova Generazione, di cui diventa direttore nel 1957.
Nel 1959 passa a l'Unità, organo del Pci, come capo-cronista a Roma.Dal 1967 al 1975 è vicedirettore di Paese Sera, quotidiano della sera di rilevante importanza nella seconda parte del secolo scorso, con un grande ruolo nella rappresentazione della rivolta giovanile del 1968 e della riscossa operaia del 1969.

Nel 1975, con un bando di concorso indetto dalla Rai per l'assunzione di giornalisti di "chiara fama" disposti a lavorare come redattori ordinari, entra nella redazione del Gr1 diretto da Sergio Zavoli. Nel 1976, con Biagio Agnes e Alberto La Volpe, dà vita alla Terza Rete televisiva della Rai. Nel 1978 è condirettore del Tg3, diretto da Agnes, e collabora alla realizzazione della popolare trasmissione Samarcanda. Dal 1987 al 1993 dirige il Tg3. Nel 1993, in contrasto con il nuovo consiglio di amministrazione della Rai (direttore generale Gianni Locatelli e presidente Claudio Dematté), si dimette. Nel 1994 pubblica "Il compagno scomodo" (Mondadori). Dopo un'esperienza di editorialista quotidiano all'interno del "Maurizio Costanzo Show", nel 1996 conduce le quattordici puntate del programma "I grandi processi" su Rai Uno. Dal 1998 al 2005 dirige Liberazione, organo del Partito della Rifondazione Comunista guidato da Fausto Bertinotti; eletto consigliere di amministrazione della Rai dalla Commissione parlamentare di vigilanza, con i voti di Rifondazione, dei Verdi e della sinistra del Pds, diventa poi per tre mesi presidente della Rai, in qualità di consigliere anziano, prima di lasciare il posto a Claudio Petruccioli.
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giovedì 6 novembre 2008

L'elezione di Obama

Per nulla spaventato dal complotto neo-nazi sventato a poche ore dall'Election night, Barack Obama ha preparato un’offensiva mediatica come mai prima d’ora nella storia della corsa alla Casa Bianca.
Mercoledì 29 ottobre, alle venti in punto, è andato in onda sulle principali reti televisive americane CBS, NBC, MSNBC, Fox, BET, TV One e Univision, uno spot lungo ben 30 minuti, che sembrava tanto il discorso a reti unificate del Presidente degli Stati Uniti appena insediato. Anche lo sfondo è stato curati nei dettagli dal nutrito staff di Obama, per assomigliare il più possibile allo studio della casa bianca. Immancabile, la bandiera a stelle e strisce alle spalle, come d’obligo negli Stati Uniti.

Obama quindi ha comprato, a suon di milioni, mezz'ora di spazio su sette canali nazionali per trasmettere un superspot elettorale a cinque giorni dal voto. Il filmato è frutto di settimane di lavoro del celebre regista Davis Guggenheim, figlio del documentarista ufficiale della campagna di Robert Kennedy e autore con Al Gore del documentario premio Oscar sul riscaldamento globale.



Si tratta di uno speciale (gli americani lo hanno battezzato “infomercial”), dal titolo “Barack Obama: American Stories”, che ha raccontato la vita del candidato (con tanto di immagini di genitori e nonni) e ha illustrato la storia di quattro tipiche famiglie americane, scelte con grande cura, messe in ginocchio dalla crisi. La voce narrante di Obama le ha raccontate, a partire dalla mamma bianca che denuncia i costi impossibili della sanità, al pensionato nero che non riesce a pagare le medicine alla moglie malata di artrite, alla ragazza madre ispanica che deve fare due lavori per poter crescere la figlia, fino all'operaio che ha perso il lavoro alla Ford, icona del grande sogno americano.

Nessun candidato prima d’ora, in tutta la storia della repubblica presidenziale americana, aveva mai pensato di ricorrere agli strumenti multimediali lancioando un’offensiva di queste dimensioni. In passato ci era andato vicino il miliardario texano Ross Perot - che partecipò alla corsa alla Casa Bianca nel '92 contro Clinton e Bush padre, con scarso successo. All’epoca Ross Perot comprò una serie di maxispot ma molto più brevi e non su tante televisioni contemporaneamente.

Per poter lanciare la sua offensiva mediatica, Barack Obama ha speso una fortuna: 5 milioni di dollari per mezz’ora di trasmissioni. Certo, se lo poteva permettere dal momento che la sua raccolta fondi ha superato la cifra astronomica di 600 milioni di dollari. E non si è certo risparmiato nei giorni scorsi, trasmettendo ben 140.00 spot su tutte le emittenti televisive americane che, per vederli uno dopo l’altro, occorrerebbero 53 giorni di visione ininterrotta.

Gli esperti di immagine di Obama hanno studiato a lungo non solo il discorso, e tutti gli aspetti del filmato, ma anche quale fosse stato il momento più propizio per trasmetterlo, per avere il massimo impatto emotivo per convincere gli indecisi, sulla scia del comizio tenuto con Bill Clinton.

Ma sulla capacità di usare le nuove tecnologie e soprattutto gli strumenti multimediali in campagna elettorale, Barack Obama ha già dato ampia prova durante le primarie, facendo sembrare la sua ex-rivale Hillary Clinton alquanto retrò. Il risultato è stato certamente positivo:

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sabato 18 ottobre 2008

Il primo goal di Balotelli contro Israele

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I nuovi Queen a Roma il 26 settembre

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venerdì 17 ottobre 2008

Coro dipendenti Alitalia : "meglio falliti che in mano a questi banditi"

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giovedì 16 ottobre 2008

Ha vinto FacciaLibro!!

2 settembre 2008
"Fac
ebook, fondato nel 2004 dallo studente di Harvard Mark Zuckerberg, sorpassa MySpace, fondato a Berkeley in California da Tom Anderson nel '98 e acquistato dall'editore Rupert Murdoch nel 2005, e raggiunge la vetta nella classifica dei social network."

16 ottobre 2008
Non sapete quanto mi pesa dover ammettere che questa notizia è vera. Sono giorni, forse settimane, che un gruppo di bastardi tenta di convincermi ad iscrivermi a "FacciaLibro". La mia resistenza è stata, sino ad ora, strenua, dura da abbattere, forte di quella testardaggine che mi contraddistingue. Sono un fedele e convinto fruitore dei servizi di MySpace, in particolare del caro buon vecchio Msn, e non vorrei passare per un traditore. Insomma dai...ho una morale, ma non sono certo un conservatore e ammetto la tentazione forte verso la nuova moda dei perdigiorno telematici. In più ci si mettono le circostanze avverse. In ordine: la tv che mi parla della festa di Facebook a Roma (un successone a quanto si dice...) e il prof. Liguori che decide addirittura di assegnarci un articolo per riempire questo sgangherato blog. Ora è davvero troppo!!! A questo punto
è l'inerzia che spinge il mouse verso la pagina desiderata. La pratica la conosco sin troppo bene: un username, una password, una mail valida per confermare l'iscrizione...Sono iscritto! Ed ora?? 2000 richieste di amicizia di qua e di là e poi i gruppi di discussione a cui partecipare. Su tutti ce n'è uno che attira subito la mia attenzione: "Anche io tra messenger e Facebook oggi non ho concluso un cazzo...". Insomma, ho già capito come andrà a finire...
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sabato 11 ottobre 2008

Manifestazione studentesca roma 10/10/08

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Primo post


Primo post Editoria Multimediale, aula informatica, sabato 11 ottobre, 09.50...bei momenti...
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